Il Fondo Garibaldi della Biblioteca Labronica di Livorno
Biblioteca Labronica “F.D Guerrazzi” – Villa Fabbricotti, Livorno
Viale della Libertà, 30
E’ in programma dal 16 marzo al 15 maggio alla Biblioteca Labronica “F.D.Guerrazzi” di Livorno la mostra I “Mille” libri di G.Garibaldi, curata dallo storico Marco Di Giovanni. Si tratta di un vasto corpus bibliografico di grande valore di proprietà della stessa biblioteca (la raccolta ammonta a più di 1000 pezzi) che offre uno spaccato efficace e rappresentativo della vastità della fama dell’Eroe dei Due Mondi.
I libri di Giuseppe Garibaldi giunsero alla Labronica di Livorno per volontà della figlia Clelia, la quale aveva in città un’altra residenza oltre a quella di Caprera e dove fra l’altro si trovava custodita una notevole biblioteca.
Le opere note sotto il nome di Biblioteca Garibaldi pervennero alla Labronica in due fasi successive: il primo nucleo che ammonta a 511 libri fu donato nel 1950, mentre nel marzo 1954 il Ministero della Pubblica Istruzione per conto della Labronica, acquistò da Clelia la seconda parte del fondo librario, consistente in 673 esemplari.
Attualmente la raccolta ammonta a 1184 pezzi ed è una delle due raccolte più importanti di cui si sia a conoscenza in Italia; l’altra conservata nel Compendio di Caprera consiste principalmente in opuscoli e riviste. Il valore del Fondo conservato a Livorno è indiscutibile e notevole anche per la presenza di rare edizioni sei-settecentesche. Ci sono testi di geografia, storia, letteratura, religione. I luoghi di stampa sono in gran parte stranieri, Londra, Parigi, New York, Boston con una netta prevalenza di testi in lingua inglese a documentare il legame particolare che univa il Generale al popolo inglese. Per quanto riguarda il contenuto vi sono presenti molti autori classici sia antichi che coevi: Walter Scott, Shakespeare, Goethe, Moliere, Voltaire, ma anche Dante, Tasso, Ariosto e l’amato Foscolo.
Molte di queste opere presentano delle pregevoli legature, fatte appositamente realizzare dagli stessi autori o dai suoi ammiratori, per poterne far omaggio al Generale in segno di stima e affetto; cosa altresì testimoniata anche dalle numerose e autorevoli dediche impresse in oro sulle coperte oppure manoscritte sui frontespizi recanti espressioni di stima e affetto.
Fonte: http://sdp.comune.livorno.it/opac/